Da quanto lavori in questi settori?

Ho iniziato la mia collaborazione come operatrice sanitaria per la Croce Bianca nel 2018, prima come volontaria poi come dipendente. In più lavoro nelle scuole, in tribunale e in questura come mediatrice linguistico-culturale per conto di una cooperativa di mediazione locale. Quello che faccio in Consulta è più volontariato, non è un lavoro politico, diciamo che ciò che mi interessa è fare da ponte tra cittadini e Comune. Sono stata nominata Presidente nella primavera del 2019.

Cosa dei tuoi lavori ti appassiona di più e cosa invece ti risulta più difficile?

Mi piace tutto ciò che riguarda la salute e l’aiutare le persone in difficoltà, lo faccio molto volentieri perché penso che tutti potrebbero averne bisogno. Quando lavoro nelle scuole come mediatrice, mi piace stare a contatto con i bambini e le loro famiglie, specialmente quando vengono interpellati altri servizi come i distretti sociali. Ecco, in tribunale capita a volte che risulti un attimo più difficile eseguire una traduzione simultanea: in primis fare doppia attenzione per parlare e tradurre allo stesso momento, e poi perché non esistono sempre parole dello stesso significato. Inoltre spesso capita che qualcuno che non è la vittima o la controparte interrompa durante la traduzione, e io devo tradurre ciò che viene detto perché il giudice lo ritiene importante.

Oggetto significativo della storia di Anuka Hossain

Ho deciso di rimanere a Bolzano proprio per la sua bellezza.

Anuka Hossain

Cosa hai studiato per formarti per questi lavori?

Ho frequentato l’Istituto tecnico turistico a Roma mentre per la mediazione ho frequentato corsi specifici sia a Roma che a Bolzano. Come sanitaria invece ci sono i corsi da frequentare, sia generici che più specifici sulla materia, altrimenti non potrei essere in grado di assistere qualcuno, quando io e i miei colleghi interveniamo in ambulanza.

Come pensi che l’attuale pandemia abbia influito sul settore sanitario e di mediazione linguistica e culturale?

Nel lavoro come sanitaria, ciò che posso fare è limitato alle mie mansioni di prima assistenza in ambulanza, facendo però ancora più attenzione a tutte le misure di contenimento del virus. Queste però, in generale, vanno rispettate in tutti i luoghi di lavoro in cui opero.

Quale obiettivo ti poni nel tuo ruolo di Presidente della Consulta?

Trovo che Bolzano abbia un potenziale molto forte in quanto offre servizi efficaci a cui però non sempre le persone con background migratorio sanno come accedere. Il mio volontariato in Consulta mira proprio a facilitare e rendere più accessibile la possibilità per queste persone di usufruire dei servizi della città, rendendole così autonome. Ad esempio, mettendo in rete comunicazioni utili rispetto a festività e altre attività di interesse. Il mio obiettivo è potenziare il livello di comunicazione e di comprensione per tutti: è questa la sfida che ho al momento. 

Pensi che i media come tv, radio riescano a dare più informazioni ai cittadini?

Non lo so, molto probabilmente i cittadini extracomunitari fanno poco uso di radio e televisione. Penso piuttosto che sarebbe utile fornire queste informazioni agli uffici amministrativi, presso i quali i cittadini possano rivolgersi.

Anuka Hossain durante la chiacchierata con Valentina Gentili

La mia frase italiana preferita? Non avere paura.

Anuka Hossain

Se ti dicessi ‘Bolzano’ qual è la prima cosa che ti verrebbe in mente?

Le montagne. Ho deciso di rimanere a Bolzano proprio per la sua bellezza.

Quale aspetto della cultura del Bangladesh ti porti dentro?

Direi il cibo, la cosa fondamentale. E le feste! Vari tipi di feste, tutte collegate alla nostra cultura. Normalmente festeggiamo l’arrivo della primavera e il primo dell’anno, che da noi è il 14 aprile perché abbiamo un calendario diverso.

Il tuo cibo preferito?

Riso. Riso in bianco, con fichi, con pollo, diversi curry, verdura, dipende da come si cucina. Senza riso non resisto, dopo un giorno o due divento nervosa, ho bisogno di mangiarlo, sul serio!

Parola preferita in italiano?

Sai che non ci ho mai pensato? Ce ne sono tante, mi piace la frase „non avere paura“.

Anuka Hossain fotografata da Valentina Gentili

Senza riso non resisto, dopo un giorno o due divento nervosa, ho bisogno di mangiarlo: sul serio!

Valentina Gentili

Über den Künstler:
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Valentina Gentili
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Valentina Gentili
Biographie
Valentina Gentili ist eine aufstrebende Fotografin und Designerin. Sie hat das Abitur in Grafik am Kunstgymnasium ''Giovanni Pascoli'' in Bozen gemacht und besucht jetzt die Fakultät für Design und Künste an der Freien Universität Bozen. Sie arbeitet mit PianoB - Social Design und mit dem Verein Volontarius zusammen, wo sie sich mit Fotografie im sozialen Bereich beschäftigt. Nebenbei arbeitet sie als Barkeeperin. Valentina nimmt an diesem Projekt mit dem starken Wunsch teil, neue Lebensgeschichten zu entdecken und zu erzählen. Dieses Projekt ist für sie eine Gelegenheit, ihre Leidenschaft für Fotografie mit den Fähigkeiten zu verbinden, die sie durch ihre Arbeit in Clubs und Kneipen erworben hat.
Ein Schwätzchen an der Bar
Das Projekt von Valentina entwickelte sich aus zwei Fragen: „Wie kann ich mit einer Person interagieren, die ich nicht kenne? Was kann ein Treffpunkt zwischen mir und dieser Person sein?“. In den letzten Jahren hat Valentina neben ihrer Arbeit als Barkeeperin eine Leidenschaft für die Fotografie entwickelt. Dieses Projekt war für sie eine Gelegenheit, ihre Arbeit neu zu entdecken und sie auf kreative Weise zu verbessern. Barkeeper/in ist ein Job, der dich in ständigen Kontakt mit der Person auf der anderen Seite der Theke bringt und dir die Möglichkeit gibt, die Eigenheiten zu entdecken und zu beobachten, die Menschen auszeichnen. Dieser Job hat ihr auch die Möglichkeit gegeben, ihre Fähigkeiten und Kompetenzen im Bereich Dialog und Interaktion zu entwickeln. So entschied sich Valentina, die Befragten des Projekts „Ein Abdruck der Welt in Südtirol“ mit einem von ihr selbst kreierten Cocktail zu begrüßen. Jede Person konnte einen bestimmten Cocktail wählen, der einem „Charakterprofil“ entsprach. So besteht die Möglichkeit, einen Dialog zu eröffnen, der einem informellen Gespräch zwischen Kunde und Barkeeper/in ähneln kann.
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